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La disidratazione nell’anziano: un rischio che aumenta con la calura estiva.

21 Ago 2011
Rossana R
Alimentazione, Malattie & Disturbi, Salute & Benessere

Gli anziani soffrono molto spesso di disidratazione e ciò rischia di verificarsi soprattutto d’estate, a causa del gran caldo e quindi dell’aumento esponenziale della perdita di liquidi.

Le persone anziane dovrebbero bere anche quando non avvertono lo stimolo della sete poiché, dopo una certa età, questo tende a ridursi. Il motivo per cui ciò avvenga non è stato ancora chiarito ma si ipotizza la concomitanza di tre fattori:
– la riduzione della forza fisica, per cui i soggetti non riescono ad alzarsi e versarsi da bere ogni volta che ne sentono il bisogno, finendo con l’ignorare questa necessità;
– uno stato mentale alterato;
– e la risposta fisiologica dell’organismo alla presenza di reni meno efficienti, non in grado di smaltire tutti i liquidi accumulati. In pratica l’anziano berrebbe di meno per evitare un’intossicazione da acqua.

Per mantenere la concentrazione di H2O nel corpo all’interno di un range adeguato il soggetto dovrebbe tenerne sempre accanto a sé una bottiglietta, seguire una dieta ricca di frutta e verdura e, d’estate, non uscire nelle ore più calde della giornata per evitare, tra le altre cose, l’eccessiva sudorazione.

Sta soprattutto alla parte più giovane della società, costituita da medici, nipoti o semplici conoscenti, il compito di controllare frequentemente lo stato d’idratazione dei nostri anziani.
I segni da osservare sono:
-la secchezza delle mucose,
-la presenza di solchi sulla lingua,
-la positività alla prova della digitopressione,
-l’aumento dei battiti cardiaci e la riduzione della pressione arteriosa quando il soggetto passa dal clino all’ortostatismo, ossia da sdraiato si alza in piedi.

Se si ha il sospetto che l’anziano sia gravemente disidratato è bene portarlo rapidamente al pronto soccorso dove il personale medico provvederà ad intervenire in maniera celere.

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acqua, anziani, caldo, disidratazione



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