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Bambini: il Boel test è il primo esame per l’udito

14 Ago 2012
Angela L
Malattie & Disturbi, Mamma e Bambini, Salute & Benessere

Dal primo anno di vita è necessario tenere sotto controllo la salute del proprio piccolo, magari sottoponendolo ad alcuni specifici esami che testino il corretto sviluppo di tutte le sue funzioni fisiologiche. Una di queste è l’udito, che va controllato molto presto per individuare eventuali problematiche, che che se trattate precocemente possono essere risolte in modo efficace.

Naturalmente, i genitori hanno modo di accorgersi fin da subito se il loro bimbo ci sente bene, visto che già a tre mesi un neonato risponde evidentemente agli stimoli sonori, girando ad esempio prontamente la testa verso la sorgente del suono. Ma per rendersi conto se il proprio bambino ha o meno problemi di udito, il pediatra può effettuare un esame specifico che si chiama Boel test.

Il Boel test è un test comportamentale in grado di fornire informazioni non solo sull’udito del bambino, ma anche sulle sue capacità uditiva e motoria. Il termine “Boel” è un acronimo derivante da una frase in lingua svedese, il cui significato in italiano è “orientamento dello sguardo dopo stimolo sonoro”. L’età ideale per l’esecuzione va dai 7 ai 9 mesi. Per effettuare l’esame, il bambino deve essere immerso in un ambiente silenzioso.

Ecco in cosa consiste. Dapprima il medico concentra la sua attenzione su un oggetto definito “distraente” (un bastoncino rosso), che viene fatto muovere davanti ai suoi occhi. Poi, in modo improvviso, la mano del pediatra posta dal lato opposto rispetto a quello verso cui sono rivolti gli occhi del bebè, produce un suono forte e improvviso, con l’ausilio di campanellini. Se l’orecchio e i riflessi del bimbo sono a posto, il piccolo si dovrebbe voltare immediatamente verso la fonte sonora. Questo esame non dura più di 10 minuti e se i risultati sono confortanti, non va ripetuto altre volte. Se invece il bambino non risponde allo stimolo sonoro, il test viene ripetuto dopo una settimana.

 

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