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Comprendere l’anoressia e aiutare chi ne soffre

18 Gen 2012
Anna I
Malattie & Disturbi, Salute & Benessere
In Italia, almeno 1000 persone all’anno muoiono di anoressia, e oltre 5 milioni l’hanno subita.  I disturbi alimentari tra i ragazzi e gli uomini sono in aumento. E’ arrivato il momento di capire questa malattia, anche per poter aiutare chi ne è colpito prima che sia troppo tardi.
1 Se avete scoperto che un amico o un familiare salta sempre i pasti, con  delle scuse, probabilmente è affetto da un disturbo alimentare. 
Ricordate, l’anoressia è il disturbo alimentare più comune, ma c’è anche l’abuso di cibo e la bulimia. Bulimia e anoressia spesso vanno di pari passo, così fate attenzione anche a coloro che corrono in bagno subito dopo, o anche durante i pasti.
2 Siate sempre disponibili a parlare con questi soggetti. Può sembrare irrilevante, ma se c’è un problema scatenante, è necessario essere presenti per dare un sostegno se necessario.
3 Non accusateli mai di essere in cerca di attenzione e non insultateli diversamente. Un’ azione del genere non farà che peggiorare la situazione. Spingerete il malato ad essere  più irremovibile sull’intenzione di perdere peso  qualunque sia il problema scatenante e comunque servirà  solo a renderlo più depresso. In entrambi i casi, non sarà d’aiuto, e per di più, perderete la fiducia della persona e ogni speranza di aiutarla.
4 Riempiteli di  complimenti. Sembrerà noioso dopo un po ‘, ma ne hanno bisogno. Le persone che soffrono di anoressia e di altri problemi alimentari soffrono di bassa autostima, quindi è necessario per colmare le loro insicurezze.

5 Se il loro corpo sta reagendo alla loro malattia mostrando un’eccessiva magrezza, allora è tempo di agire. Incominciate a parlare di anoressia (senza accusarli di averla), potreste mostrare loro le ‘orribili immagini’ della povera gente che ne soffre. Se la persona è quasi scheletrica, provate con cautela a collegare il suo corpo con quelle immagini. Cercate di farlo sempre in modo simpatico e con compassione.
6 Provate a  portarli a mangiare il loro cibo preferito, che non potrà essere rifiutato. E fate in modo di starli vicino dopo, in modo che non vadano dritto nel gabinetto.
7 Se lo ritenete necessario comunicate tutto ad un adulto. Rivolgetevi ad una persona comprensiva, l’ultima cosa di cui avete bisogno è qualcuno che urli e strepiti, in quanto annulla tutto il vostro buon lavoro. Invece, cercate di trovare comprensione in qualcuno, che ha vissuto questo problema con  altri malati, e  che li abbia aiutati a superare la malattia. Naturalmente, ogni caso è diverso, ma la causa è spesso simile.
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